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Viviamo in una realtà che diviene sempre più “fluida”, in costante movimento e capiterà sempre più spesso di dover interagire e lavorare all’interno di gruppi diversi e in contesti diversi. Ecco perché non sempre è possibile pensare in termini di team building, perché il team potrà avere tempi relazionali molto brevi ma comunque dovrà essere in grado di affrontare sfide concrete e raggiungere obiettivi e risultati. Un incontro e collaborazione limitata quindi nel tempo ma definita da un obiettivo e intento. Uno dei punti che affrontiamo oggi è il fatto che è importante ricordare che l’incontro e la collaborazione sono una scelta. Una scelta che muove a cercare ciò che unisce piuttosto ciò che divide e dalla consapevolezza che un team e molto di più che una semplice somma di persone. Per affrontare le grandi sfide di questo millennio collegate a cambiamento climatico, desertificazione, riscaldamento e acidificazione degli oceani, crescente divario sociale e povertà abbiamo bisogno sempre più di collaborare, anche con chi è molto distante e “diverso “ da noi, ed è necessario integrare le competenze che derivano da ogni ambito e sfera. Farlo non è semplice perché significa interagire tra professioni diverse, generazioni diverse, e diverse culture e credo. Il che significa doversi confrontare con diversi modi di pensare, di agire, diversità di idee, di valori, diverse priorità. Si tratta di sfide troppo grandi per essere affrontate e risolte da singoli individui. Non abbiamo bisogno di eroi che lottano contro tutto il resto del mondo ma abbiamo bisogno di imparare ad unire le forze, al di là delle diversità per raggiungere una meta comune. Questo tipo di collaborazione richiede la necessità di focalizzarsi sullo sviluppo della self leadership.
Una volta ho letto una bella frase di Antoine de Saint Exupery che a mio avviso si adatta al caso ma che apre un ulteriore argomento che verrà affrontato in altra occasione. La frase è questa: Se vuoi costruire una barca , non radunare uomini per tagliare legna, dividere i compiti e impartire gli ordini, ma insegna loro la nostalgia per il mare vasto e infinito.
#teaming #choise #teamwork #teaming #psicosintesi #coaching #goalschallenge #yogaeconomy

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economia olisticaSentir parlare di economia  è spesso noioso, irritante, avvilente, a meno che non siamo operatori di borsa, bancari o imprenditori di grandi imprese. Ma per la maggioranza è un qualcosa da subire proprio malgrado. In realtà l’economia di uno stato, o di una comunità di stati,  risponde alle medesime semplici leggi “cosmiche” che governano anche l’economia di  una vita singola. Averlo dimenticato, o averci indotto a farlo,  ci fa credere che si tratti di materia riservata agli esperti del settore e di non avere potere di cambiare le cose. E chi non ha potere è costretto a recitare il ruolo della vittima, e resterà in attesa di un eroe, quasi sempre cercato tra le file della politica, che possa risollevarlo dal suo destino. Niente di più falso. La scienza economica studia i meccanismi e i processi di produzione, distribuzione e consumo dei beni. E anche il nostro sistema biopsicospirituale è un sistema economico che provvede a produrre, distribuire e consumare. Che cosa? Energia. Energia utile a preservare la vita e a liberarne tutte le potenzialità. Poiché le leggi che governano i sistemi microeconomici e quelli macro sono le stesse, ecco che in realtà ciascuno di noi ha un enorme potere che può iniziare ad esercitare solo nel momento in cui impara a conoscere davvero sé stesso e i propri meccanismi di risposta nelle diverse situazioni. In questo modo si avvia un processo di sviluppo ed evoluzione che dapprima creerà maggior valore nella nostra vita per poi espandersi e coinvolgere anche i sistemi più grandi. Molti singoli individui stanno facendo questo processo di consapevolezza che porta ad un risveglio delle coscienze con riflessi ovvi nelle tre sfere della vita: politica economica ed educativa. Ecco perché il sistema macro economico sta affrontando una fase di crisi causato dallo scontro tra chi vive, ama e lotta pera conservare il vecchio modello  e chi aspira a manifestarne uno nuovo in sintonia con il nuovo livello di coscienza. Questi passaggi e “crisi” possono essere difficili, faticosi, talvolta dolorosi ma possiamo provare ad attingere alle forze dell’Anima, quali resilienza, coraggio, volontà, disciplina, armonia e creatività (ne ho citato solo alcune) per riuscire a traghettarci attraverso questa fase storica di  sviluppo delle coscienze e che si tradurrà di conseguenza nel dare vita a modelli economici, politici, finanziari e sociali olistici e sostenibili.

 

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