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Archive for Maggio 2021

Spesso si aspetta con ansia il fine settimana come se fosse una boccata d’aria dalla frenesia della settimana lavorativa o per darsi la possibilità di fare qualcosa in cui si riscontra più piacere. In questo modo però gran parte del proprio tempo diventa un peso, una fatica, e i momenti di leggerezza  sembrano briciole al confronto. Magari non hai in questo momento la possibilità di scegliere un lavoro che ti piaccia ma puoi sempre scegliere come vuoi svolgere quello che per il momento hai,  trovando o creando, occasioni di leggerezza e piacere. Abituarsi a piccoli istanti di consapevolezza e di presenza è fondamentale: mentre bevi nella pausa il tuo caffè, mentre stai parlando al telefono, quando il tuo collega ti rivolge la parola. Quali pensieri, quali emozioni, quali sensazioni stai sperimentando? Se ti ritrovi agitato, in ansia, e se stai per partire in quarta con una reazione che lascerà te e gli altri con l’amaro in bocca, fai tre respiri e porta la tua attenzione tutta lì, al tuo inspiro ed espiro. Questo aiuta a ripristinare uno stato di maggiore centratura.

Ma essere consapevoli mentre si lavora implica anche altro. Implica ricordare, riportare al centro del proprio cuore e intento la risposta a questa domanda: per cosa e per chi lo stai facendo? Non sto parlando di una motivazione esterna che viene offerta da chi gestisce l’azienda, perché non sempre chi gestisce è in grado di offrirla.  Ma sto parlando della motivazione interiore che è ciò che fa la differenza nel fare  il tuo lavoro. Una motivazione collegata alla consapevolezza  di come il tuo stipendio contribuisce a nutrire te o le persone che ami e di come il tuo lavoro può contribuire renderà l’ambiente o la  vita un po’ più bella o più semplice e fluida. 

Che tu faccia la casalinga, il netturbino,  il manager, o l’imbianchino  è  importante osservare il modo, l’attenzione e la cura che metti nel tuo agire quotidiano perché lascia un’impronta su tutti coloro che fruiranno dei tuoi beni e servizi contribuendo a generare benessere e sostenibilità.
Questo non significa accettare tutto, qualsiasi condizione, ma significa fare nel frattempo ciò che va fatto al meglio delle proprie possibilità. In questo modo diventa comunque un’esperienza di crescita e di sviluppo delle competenze e abilità mentre prepari il movimento verso il lavoro dei tuoi sogni o verso un ambiente lavorativo che sappia promuovere una visione più sistemica.

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Come si evince dal titolo spesso si ha la percezione di avere delle energie latenti, del potenziale inespresso che si vorrebbe riuscire a veicolare in un progetto professionale, in un possibile nuovo ruolo, o in un processo di cambiamento personale. Tuttavia ci si ritrova invischiati in una routine quotidiana fatta di abitudini consolidate, che se da un lato offrono quella sicurezza data dalla ripetitività dei ritmi e azioni dall’altro lasciano insoddisfatti ed emerge la sensazione che nulla cambi. Come uscire dall’impasse?

La chiave di accesso all’espressione del proprio potenziale è data dalla consapevolezza. Cosa significa e come si fa? L’immagine che ho realizzato riproduce un IO centrale che possiamo immaginare essere come una sorta di manager interiore o di un direttore di orchestra, un testimone interiore a cui spetta in difficile ma anche entusiasmante compito di conoscere, dirigere, armonizzare le diverse parti del proprio team/orchestra – ossia le varie sub personalità corrispondenti sia ai ruoli sociali che si rivestono nel proprio quotidiano ma anche aspetti psicologici (come per esempio potrebbe essere una parte di noi molto timida o insicura e che prova difficoltà a parlare in pubblico o a proporsi per condurre un progetto nonostante ci sia anche il desiderio di farlo, o una parte poco assertiva al lavoro o in famiglia etc. ) – direzionandole verso un obiettivo funzionale al maggiore benessere dell’intero sistema. L’immagine infatti riproduce una situazione in cui alcuni aspetti – ruoli sono più forti rispetto ad altri e sono più rilevanti.

Se ti ritrovi a “sognare ” un nuovo ruolo-incarico in azienda ma ancora non riesci a veicolare le energie in quella direzione perché per esempio una vocina interiore subdolamente ti dice che potresti non farcela, di fatto stai osservando un conflitto in atto, tra una parte di te che desidera e vuole la promozione e una parte di te che teme di non farcela. E tacitare l’una o l’altra, rifiutarsi di ascoltare e di vedere – come abitualmente si è portati a fare in ogni contesto – non serve perché una parte ridotta al silenzio non scompare ma ritornerà alla carica, magari in momenti poco opportuni e con maggiore forza e vigore. Nulla si crea o si distrugge ma tutto si trasforma. Ma per trasformare devo prima conoscere e gestire.

Ecco che la consapevolezza del proprio teatro interiore, ossia dei diversi aspetti della propria interiorità e di come questi tendono a esprimersi, di quali sensazioni fisiche ci fanno sperimentare, quali emozioni ci fanno provare e quali pensieri pensare, il più delle volte nostro malgrado, diventa un passaggio fondamentale per riscrivere il “copione” affinché quelle energie latenti e quelle potenzialità inespresse possano finalmente emergere per portare maggiore bellezza, abbondanza e armonia nella propria vita.

La chiave di questo processo è la consapevolezza, che si può coltivare in modi e con tecniche diverse. Uno semplice e fondamentale per iniziare è quello di portare l’attenzione al respiro, imparando ad accorgersi a come cambia nelle diverse situazioni e se questo avviene significa che le emozioni e i pensieri sono modificati e che con tutta probabilità ci siamo identificati con una sub personalità (per esempio quella che si ritira per mancanza di cor-aggio ed assertività). Questo è un buon inizio ma poi è fondamentale imparare a conoscere il proprio teatro interiore con uno sguardo all’intero sistema, per riconoscere a quali parti stiamo dando più valore e spazio e quali invece sono trascurate, e quindi procedere a ridistribuire le energie in modo più funzionale e consono ai nuovi obiettivi, per manifestare le potenzialità in latenza; e questo è un processo che si svolge utilizzando tecniche e strumenti diversi che coniugano sia momenti di consapevolezza e introspezione che momenti di pratica di ri-orientamento della volontà.

Simonetta Marenzi

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