Mi capita spesso di occuparmi di problemi relativi alle relazioni tra dipendenti che svolgono ruoli diversi e con ordine gerarchico diverso. Il caso di cui parleremo oggi è quello in cui accade che, al fianco di un organigramma formale, ne esiste uno reale diverso. In questo caso esistono delle relazioni trasversali, sul piano concreto, non previste e contemplate sulla carta. Questa situazione, in azienda, genera caos in termini organizzativi e gestionali ed occorre operare affinché venga ripristinato un giusto ordine. Se portare a galla queste dinamiche è piuttosto facile, non sempre lo è l’intervento di modifica perché possono incontrare la connivenza inconsapevole di una parte dello staff interno. Un esempio:
Un dipendente ha la responsabilità di gestire l’attività di alcuni collaboratori ma, nello svolgimento del suo incarico può incontrare l’ostilità o il mancato riconoscimento effettivo di sottoposti e/o superiori (talvolta anche per motivi soggettivi che esulano l’ambito lavorativo -antipatie). Il soggetto, nel tempo, può correre il rischio di sperimentare un accrescimento di disistima, frustrazione, rabbia, senso di impotenza, mancanza di interesse verso il lavoro che possono strutturarsi in disagi più o meno intensi. Per contro il suo ruolo (che di fatto) rimane vacante e viene svolto indirettamente ed in modo non esplicito da uno o più soggetti di livello gerarchico diverso o paritario. E’ pertanto evidente che questo crea confusione nell’organizzazione interna e nelle relazioni con gli stakeholders. Portare alla luce questa dinamiche può incontrare l’ostilità di chi occultamente occupa il “ruolo-vacante” e teme di perdere potere e pertanto l’intervento correttivo più appropriato va effettuato con attenzione valutandone tempi e modi onde evitare bruschi contraccolpi interni, ma va a vantaggio della gestione d’impresa perché favorisce chiarezza interna, efficacia lavorativa e migliora quindi le potenzialità economiche dell’impresa in questione.
Rispondi