Verso un nuovo modello economico
Di recente il professor Giorgio Parisi, vincitore del Nobel per la fisica ha fatto un intervento alla Camera dei Deputati rinnovando l’appello ad agire urgentemente per arginare le conseguenze del cambiamento climatico e ha colto l’occasione per ricordare i limiti di un modello economico e sociale che pone troppa attenzione al PIL.
Entrambi i problemi sono noti da tempo eppure ben poco è stato fatto per modificare un paradigma, quello economico ma anche sociale e di vita, che non è più in grado di affrontare e risolvere i problemi che ha contribuito a creare. Come aveva detto Albert Einstein non possiamo risolvere i problemi affrontandoli con lo stesso tipo di pensiero che abbiamo usato quando li abbiamo creati. Occorre uno sguardo nuovo e una mente nuova; un nuovo tipo di pensiero. Se il vecchio modello era frutto di un livello di coscienza che ambiva a conquistare, dominare, competere, espandere e acquisire (questi i verbi più utilizzati nel linguaggio economico e finanziario comune) il nuovo modello dovrà avere un’impronta più olistica, sistemica e psicosintetica.
Uso queste parole nel senso etimologico del termine. Sarà un modello olistico nel senso di prestare attenzione non solo a singoli aspetti o parti di un sistema ma anche al sistema intero. Si sta sempre più comprendendo l’importanza dell’interrelazione e reciprocità e si è compreso che un organismo vivente sta bene quando ogni sua parte sta bene.
Sarà un modello psicosintetico perché è importante riuscire a creare composizione armonica, sintesi appunto, tra i diversi aspetti di una Anima, sia che si tratti di una persona o di un organismo più grande come una impresa, una città o una nazione. Creare sintesi non significa indurre parte di un sistema a conformarsi o adattarsi che è piuttosto indice di compromesso o di imposizione. Creare sintesi significa trovare modi nuovi, inclusivi, nella risoluzione dei problemi e dei conflitti. La sintesi in realtà va oltre il conflitto perché è frutto di consapevolezza e volontà; è frutto di capacità di ascolto, di empatia, di comprensione, accettazione e dialogo. Riconosce il valore di ogni parte e ne riconosce il ruolo e la funzione.
Inoltre sarà un modello sistemico, nel senso che sarà sempre più evidente l’importanza delle “leggi”, delle norme, usi e consuetudini presenti in un sistema e che regolano le relazioni e la comunicazione all’interno del sistema stesso. Di queste leggi alcune sono stabilite dagli uomini e pertanto appartengono al tempo e allo spazio, altre sono preesistenti e riscontrabili sia nei micro che nei macrosistemi, sono universali e atemporali.
Questo nuovo modello includerà non solo l’importanza della quantità (PIL) ma anche della qualità e oltre ai processi di produzione, distribuzione e consumo andrà a considerare l’impatto di questi tre fattori sull’intero sistema. Fare questo non è questione di moda ma è una necessità data dai problemi che la nostra epoca è chiamata urgentemente ad affrontare, come peraltro ci ricordano le Nazioni Unite ponendo alla nostra attenzione quei 17 goals che non possiamo permetterci di fallire.
Simonetta Marenzi
Counselor, coach e formatore
Rispondi